C’è tutto un mondo da esplorare, costituito da raccolte, collezioni, archivi, che riguardano i beni della cultura popolare.
Liquilab, a Tricase (LE), dalla sua fondazione nel 2008 lavora nella realizzazione e nello studio di repertori della cultura popolare nel sud Salento e si impegna nella inventariazione e archiviazione degli stessi; a tal fine ha dato vita a un magazzino di documenti (fotografici, audio, video e testuali) che costituiscono ormai un riferimento importante per gli studiosi e per i futuri progetti di analisi e di indagine nel sud Salento.
L’origine del nome dell’archivio “LiquiMag – Magazzino delle memorie” si ispira all’immaginario collettivo delle genti del sud Salento in riferimento al “magazzino” o “macazzinu”, designazione popolare o dialettale del tabacchificio (ancora oggi presente nei numerosi comuni salentini) in cui si praticava la lavorazione del tabacco.
Le storie di vita dalla gente comune “sono fonte, documento, metodo e genere che ben rappresentano le proprietà del sapere antropologico”, rappresentano l’oggetto cruciale di LiquiMag per la ricostruzione della memoria popolare del sud Salento.
La memoria, poi, non è un dato, ma una complessa rete di saperi e di ricordi che ha bisogno di essere costruita, ricostruita, alimentata, restituita spesso attraverso negoziazioni, accordi, tra dimenticanze e malintesi: le testimonianze orali, le fonti scritte di origine popolare, le fotografie, gli album di famiglia, consentono di recuperare, salvaguardare, valorizzare e trasmettere il patrimonio culturale immateriale.
Dunque, si tratta di un archivio che contiene principalmente le fonti orali registrate durante le ricerche sul campo e dalle quali sono stati raccolti anche gli album di famiglia o singoli documenti fotografici, fotografie scattate durante l’intervista, ricette di cucina, resoconti scritti autobiografici, note etnografiche di campo, ecc.
Attualmente l’archivio è composto dal Fondo Liquilab (e da fondi privati, come si dirà meglio dopo), i documenti si riferiscono al periodo compreso dalla fine del 1800 ad oggi e quasi tutti i documenti sono stati prodotti all’interno di progetti sviluppati dall’organizzazione dall’anno 2008; come un albero, l’archivio risulta organizzato nelle seguenti ramificazioni fondamentali:
Oltre al fondo Liquilab, l’archivio accoglie i fondi di altri soggetti che si sono occupati di ricerca antropologica ed etnomusicale nell’area salentina: si tratta di contributi fondamentali, dovuti all’indagine e al lavoro di recupero condotto da operatori culturali (testimoni, musicisti, ricercatori in genere) protetti dai rischi della dispersione e della frammentazione.
L’archiviazione è stata eseguita attraverso il Vademecum per il trattamento delle fonti orali, frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto rappresentanti dell’università, della pubblica amministrazione e delle associazioni scientifiche in Italia.
L’archivio LiquiMag promuove la conoscenza e la fruizione di raccolte di testimonianze orali, storie di vita ed altra documentazione sonora ed audiovisiva; esso è costitutivamente aperto alla implementazione e alla fruizione, si propone come un sistema partecipato, uno strumento di documentazione ed educazione alla consapevolezza, poiché i patrimoni culturali non esistono in astratto, ma nella vita e nelle storie delle persone.
L’archivio LiquiMag è in convenzione con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero della Cultura e con il CIHEAM di Bari.